Recovato
Chiesa dei Santi Maurizio e Lazzaro
Per quanto riguarda l’etimologia della denominazione di questa Chiesa è opinione diffusa che essa sia derivata dal Console Irzio che combattè contro Antonio Stazio presso Modena. Gli storici romani scrivono che il Censore Torquato aveva fatto in queste zone dei trinceramenti per raccogliervi i feriti. È assai probabile quindi che dal nome del console, tradizione in seguito alterata dal censore, si appellasse il luogo.
L’attuale denominazione fu stabilita da un sinodo Nonantolano tenutosi nel 1688 dal card. De Angelis, allora abate. Per quanto riguarda la primaria erezione della Chiesa non sono giunte notizie, ma si sa che anticamente esisteva nelle Diocesi di Modena, e solamente nel 1568 passò a quella di Nonantola. Un libro dei Battezzati in questo fonte battesimale reca la data 1576. Fino all’11 dicembre 1821 la Chiesa appartenne a Nonantola, non solo per giurisdizione ecclesiastica, ma anche per diritto di nominare il parroco; durante l’anno citato venne assoggettata da Pio VII alla Diocesi Bolognese e di conseguenza divenne di libera nomina della mensa arcivescovile (affiliata così a quella di Panzano).
Il più importante intervento si deve al parroco Don Antonio Soli, che nel 1763 edificò l’intera volta, e collocò un'iscrizione commemorativa nel pilastro che sostiene l’arco della Cappella Maggiore. L’interno della Chiesa è a volta sostenuta da cinque arcate; la cappella maggiore si presenta bassa in proporzione al corpo dell’edificio, e si conclude in un coro semicircolare dove è posta la tela raffigurante San Maurizio donata dal Conte Lucio Bardi nel 1741.