Cartografia - Comune di Castelfranco Emilia
Cartografia - Comune di Castelfranco Emilia
CARTOGRAFIA CON RICERCA INFORMAZIONI
TROVA LA VIA
esempio: via gramsci, 45
TROVA IL PERCORSO
esempio: via gramsci, 45
La cartografia, ti consente di visualizzare indirizzi percorsi e luoghi di interesse, con possibilità di consultare recapiti ed altre informazioni di dettaglio. Google Maps è il software utilizzato per la cartografia
460
44,584309900000000
11,122540000000100
../../servizi/funzioni/download.aspx?ID=2&IDc=12122&nomefile=puntina_11425_2.png,
32,
22,
4,
32,
0,
0
459
44,563368700000000
11,084486500000000
../../servizi/funzioni/download.aspx?ID=2&IDc=12122&nomefile=puntina_11425_2.png,
32,
22,
4,
32,
0,
0
457
44,546224700000000
11,070083500000000
../../servizi/funzioni/download.aspx?ID=2&IDc=12122&nomefile=puntina_11425_2.png,
32,
22,
4,
32,
0,
0
456
44,545692000000000
11,078823900000000
../../servizi/funzioni/download.aspx?ID=2&IDc=12122&nomefile=puntina_11425_2.png,
32,
22,
4,
32,
0,
0
455
44,628574200000000
11,095810800000000
../../servizi/funzioni/download.aspx?ID=2&IDc=12122&nomefile=puntina_11425_2.png,
32,
22,
4,
32,
0,
0
453
44,592731420083300
11,133525150926200
../../servizi/funzioni/download.aspx?ID=2&IDc=12122&nomefile=puntina_11425_2.png,
32,
22,
4,
32,
0,
0
452
44,627412500000000
11,117911000000000
../../servizi/funzioni/download.aspx?ID=2&IDc=12122&nomefile=puntina_11425_2.png,
32,
22,
4,
32,
0,
0
447
44,595118500000000
11,052325600000000
../../servizi/funzioni/download.aspx?ID=2&IDc=12122&nomefile=puntina_11425_2.png,
32,
22,
4,
32,
0,
0
446
44,615960800000000
11,088775500000000
../../servizi/funzioni/download.aspx?ID=2&IDc=12122&nomefile=puntina_11425_2.png,
32,
22,
4,
32,
0,
0
449
44,642631000000000
11,065165400000100
../../servizi/funzioni/download.aspx?ID=2&IDc=12122&nomefile=puntina_11425_2.png,
32,
22,
4,
32,
0,
0
445
44,635892900000000
11,094820900000100
../../servizi/funzioni/download.aspx?ID=2&IDc=12122&nomefile=puntina_11425_2.png,
32,
22,
4,
32,
0,
0
448
44,546250500000000
11,069535000000000
../../servizi/funzioni/download.aspx?ID=2&IDc=12122&nomefile=puntina_11425_2.png,
32,
22,
4,
32,
0,
0
444
44,621109000000000
11,040247000000000
../../servizi/funzioni/download.aspx?ID=2&IDc=12122&nomefile=puntina_11425_2.png,
32,
22,
4,
32,
0,
0
45
44,595130000000000
11,053559900000000
../../servizi/funzioni/download.aspx?ID=2&IDc=12122&nomefile=puntina_11425_2.png,
32,
22,
4,
32,
0,
0
Oratorio di Santa Maria in Gavile
Via San Michele, 11 - 41013 Castelfranco Emilia (MO)
L’oratorio di S. Maria di Gavile, situato sulla via S. Michele, vicino a Manzolino, sembra essere molto antico; il Tiraboschi ne trova la prima citazione in un atto di donazione datato 1064. A quel tempo l’oratorio apparteneva alla diocesi di Modena, nel 1200 fu assoggettata all’ Abbazia di Nonantola e successivamente (ne è testimonianza la decima del 1315) passa alla diocesi di Bologna.
Si presume che nel periodo tra il 1430 e il 1440, con le vicende belliche che colpirono il territorio, la chiesa fosse stata gravemente danneggiata. L’ipotesi citata, secondo G.M. Sperandini, sembra essere confortata dalla richiesta di giurispatronato, con conseguenti opere di riedificazione rivolta da Bartolomeo e Domenico Razali alle autorità ecclesiastiche. Nel 1523 i pronipoti dei Razali procedettero poi ad altri interventi di resaturo : ne è testimonianza la lapide con iscrizione latina posta sopra la porta nel lato sud dell’edificio che è in buona parte andata perduta per incuria :
D.OPT.MAX./ AC DIVAE VIRGINI/QUOD BARTHOLOMEUS IURIS CONSULTUS ET/ DOMINICUS RAZALII FRATRES ANNO/ CHRISTI MCCCCLXXII/ A FUNDAMENTIS EREXERANT IN IURIS PATRONATUS/ MEMORIAM7 TEMPLUM HOC IPSUM IAM PENE VETUSTATE COLLAPSUM/ RAZALII NEPOTES PIENTES RESTITUERE/ MDXXIII MENSE AUGUSTO. Il giurispatronato si protrasse fino alla metà del ‘700.
Dal lavoro di M.G. Casoli e A. Moneti si conosce l’esistenza dell’affresco situato dietro l’altare raffigurante la Madonna con il Bambino Gesù sulle ginocchia. Gli autori citati datano il dipinto tra il 1472 e il 1523 : risulta parzialmente rovinato da interventi per fissare prima un quadro di scuole seicentesca, poi la tela che ricopre l’opera. Sopra l’affresco è fissata una formella in rilievo di Cristo con corona di spine, che gli autori citati datano al XV secolo.
Lo stato di conservazione dell’oratorio appare mediocre.
BIBLIOGRAFIA:
M.G. Casoli - A. Moneti, Una pittura di epoca bentivogliesca nella campagna di Castelfranco Emilia, in Strenna Storica Bolognese, Anno XLII, 1992
G.M.Sperandini, Maestà e oratori nel territorio Comunale di Castelfranco Emilia, Nonantola 1996.
Il contenuto non ha commenti
Oratorio di San Egidio
Via Noce - Via Salarolo - 41013 Castelfranco Emilia (MO)
Dell’originario luogo di culto, che, dipendeva nel 1175 dalla Badia di Leno (BS), poi nel 1186 dall’Abbazia di S. Pietro di Modena e che doveva la sua notorietà per essere stato luogo di stipula della tregua del 1229 tra i Bolognesi e i Modenesi, non è certa l’ubicazione. Oggi resta il toponimo di S. Egidio e un piccolo oratorio, intitolato appunto a questo santo, che è situato sulla via Noce a Piumazzo ed ha un orientamento ovest-est.
L’ingresso è attualmente sito a est, anche se la posizione occidentale della croce latina trilobata che si eleva sul tetto, a due acque, fa pensare che originariamente l’entrata fosse proprio sulla via Noce, un importante cardine centuriale romano che collegava Piumazzo a Castelfranco. Sullo stesso lato si trova una nicchia a struttura rettangolare che alloggia un’immagine della Madonna. Di quel piccolo edificio-cappella non restano che i vecchi travi di sostegno della copertura: attualmente l’oratorio è destinato a capanno attrezzi.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:
G.Sperandini, Maestà e oratori nel territorio Comunale di Castelfranco Emilia, Nonantola 1996, p. 54
Il contenuto non ha commenti
Oratorio di San Colombano
Via Dei Mille - Via San Colombano - 41013 Castelfranco Emilia (MO)
La prima fonte documentale sull’esistenza dell’oratorio risale al decreto del 1155 di Gerardo II vescovo di Bologna; in tale documento S. Colombano veniva compresa tra le chiese soggette alla giurisdizione della Pieve di Monteveglio.
Alcuni studiosi riportano la datazione dell’edificazione dell’oratorio al secolo X, attribuendola alla diffusione in Emilia del culto di San Colombano, dopo che questi aveva ricevuto la protezione di Agilulfo, re longobardo. È doveroso ricordare che il sito in cui sorse l’oratorio di San Colombano coincide con l’area dell’omonimo castello e rientrava tra i possedimenti di Matilde di Canossa (questo castello decadde quando, nella prima metà del XIII secolo, venne costruito poco più a est Castrum Plumacium). Rimase assoggettato alla Pieve di Monteveglio fino al XV secolo per poi passare al giuspatronato della famiglia Boccadiferro (si protrasse fino al XVIII secolo) che operò vari interventi di restauro, come testimonia anche la lapide all’interno della chiesa. La chiesa venne poi sconsacrata nel 1823.
Della antica struttura interna, che un tempo vantava tre altari (il laterale di sinistra dedicato all’Immacolata Concezione, quello di destra a San Bernardino da Siena e l’altare maggiore dietro al quale esisteva un affresco raffigurante il Crocefisso, la Beata Vergine di San Colombano e altri due santi), oggi resta l’impianto col soffitto in travi lignei; l’apparato esterno conserva la nicchia dove era alloggiata la statua di San Colombano e ancora manifesta, sul piano artistico, l’adesione al linguaggio dei secoli in cui viene tradizionalmente collocato il monumento, che, del resto, rivolge l’abside verso oriente come tutte le chiese di più antica fondazione.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:
G.Santunione, L’antico castello di S. Colombano e la sua chiesa, sdl.
G.Sperandini, Maestà e oratori nel territorio Comunale di Castelfranco Emilia, Nonantola 1996, pp. 46-48.
Le Case, le Pietre, le Storie. Itinerari nei comuni della provincia di Modena, Bologna 1993, p. 102.
Il contenuto non ha commenti
Oratorio Santa Maria della Neve
Via Piumazzo, 33 - 41013 Castelfranco Emilia (MO)
“Uscendo da Piumazzo, sulla via che va alla Provvidenza, s’incontra l’Oratorio della B. V. della Neve detto comunemente della Capacella o Capazella. Questo appellativo gli deriva dal casato del suo fondatore Girolamo Cappacelli di Marcantonio, cittadino bolognese, che lo fece costruire sulle sue terre nel 1589 poco prima della sua morte. L’unica sua figlia, Ippolita, andando in sposa al marchese Silvio Albergati, portò l’eredità alla famiglia del marito che da allora assunse il nome di Albergati-Capacelli.
Agli inizi del 1800 i beni Albergati furono venduti. Il proprietario conte Nicola Cassoli nel 1805 provvide ad un radicale restauro della chiesa. Successivamente la proprietà passo alla famiglia Trenti che tuttora la detiene.
Nell’oratorio, sopra all’altare, vi è l’immagine della Madona col Bambino fra i santi Girolamo e, con tutta probabilità, Petronio.
La targa di bronzo, posta sulla porta di ingresso, ricorda il fondatore e la data di fondazione: HIERONIMUS CAPPACELUS FECIT FIERI ANNO DOMINI MDLXXXIX” (A. Dallolio, Raccolta Civica C. Franco E., 1986).
L’edificio si trova ancora in ottimo stato di conservazione, potenzialmente aperto al culto per le funzioni dedicate alla Madonna che vi si venera. Il suo orientamento segue l’asse nord-sud. Nella facciata, sopra la targa bronzea, è murata una terracotta della Madonna della Provvidenza. Due finestre rettangolari, a fianco della porta di ingresso, permettevano ai viandanti di rivolgere lo sguardo all’interno; oggi però rimangono chiuse, cosi come l’altra che si apre sul fianco occidentale. Sul tetto, a due acque con copertura in coppi, si erge una croce latina trilobata in ferro battuto che svetta su un globo nel significato del Cristo al centro del cosmo.
All’interno rimane la memoria degli interni messi in opera per mantenere l’oratorio in piena efficienza. Sopra il portale fi ingresso una lapide recita: AEDICULAM HANC VETUSTATE FATISCENTEM NICOLAUS COMES CASSOLI BUSETTI EX TESTAMENTO HAERES REFICIUNDAM CURAVIT – A. D. MDCCCV; un alta iscrizione riporta che l’oratorio è stato restaurato e ripulito PER VOLONTA’ DEL SIG. ADRIANO TRENTI –A. D. MCMXCIII – DECORAZIONI P. GHERARDI ED E. ZANI. Un paio di formelle in terracotta della Madonna della Provvidenza, copie di quelle che a Piumazzo si trovano in tante case, abbelliscono le pareti interne della cappella in cui non mancano neppure i banchi sui quali i fedeli seguivano le funzioni che fino a qualche anno fa vi si svolgevano nel corso dell’Ottavario della Madonna del vicino santuario.
La festa in onore della Madonna della Capacella veniva celebrata il 5 agosto.
Sperandini 1996: G. Sperandini, Maestà ed oratori nel territorio comunale di Castelfranco Emilia, Nonantola 1996
Il contenuto non ha commenti
Oratorio Melega
Via per Rastellino, 30 - 41013 Castelfranco Emilia (MO)
L’oratorio della Beata Vergine delle Grazie, detto anche oratorio Melega, sorge in località Rastellino, su quello che attualmente era uno dei cardini centuriali principali (l’attuale via per Riolo), per volontà di Caterina Melega sui terreni ereditati dalla madre Alessandra Casalini : siamo nei primi anni del 1700.
L’oratorio si trova ancora in buono stato di conservazione. Sopra il portale di accesso, dotato di due piccole grate che consentono la visione interna, si nota un bassorilievo in terracotta raffigurante la Madonna con Bambino. Internamente si trova un confessionale identico a quello dentro l’oratorio del Giovannetto, i banchi per i fedeli, l’altare ; sopra quest’ultimo vi è il quadro della Madonna donato da Don G.M. Baraldi.
BIBLIOGRAFIA :
A. Dallolio, Raccolta Civica C.Franco E., 1987
G.M Sperandini, Maestà e oratori nel territorio Comunale di Castelfranco Emilia, Nonantola, 1996
Il contenuto non ha commenti
Oratorio Madonna dell'Oppio
Via Sparate - Via Cassola di Sotto - 41013 Castelfranco Emilia (MO)
Originariamente, agli inizi del ‘600, il monumento religioso della madonna dell’Oppio era rappresentato da un’immagine in terracotta della Vergine, immagine situata su di un tronco di oppio posto al crocevia delle vie Sparate e Cassola. L’aumento del numero dei devoti fece sì che la Madonna, unitamente al tronco di oppio, fosse collocata all’interno di una piccola cappella opportunamente costruita.
Nel 1746 poi, la straordinaria guarigione di una giovane gravemente malata e devota alla Madonna rafforzò il culto di essa a tal punto che Monsignor Formagliari, Arcidiacono della cattedrale di Bologna, nonché proprietario dei terreni circostanti, decise di fare edificare l’attuale chiesa della Madonna dell’Oppio.
Discreto è lo stato di conservazione dell’oratorio. All’interno dietro l’altare si noti l’effigie della Beata Vergine ; un cancello divide l’altare dalla zona occupata dai banchi per i fedeli ; ai lati sono due confessionali. Esternamente, sul tetto a due acque è eretto il campanile completo di campana, si può poi ammirare il porticato, il portone di ingresso sopra il quale è posto un bassorilievo della Madonna, ai lati del portone sono due piccole finestre che immettono nella chiesa, sotto di esse sono posti due inginocchiatoi.
Ancor oggi luogo di culto, l’oratorio ospita la processione in onore della Madonna.
BIBLIOGRAFIA :
G.M Sperandini, Maestà e oratori nel territorio Comunale di Castelfranco Emilia, Nonantola, 1996
Il contenuto non ha commenti
Oratorio Giovannetto
Via Garzolè, 30 - 41013 Castelfranco Emilia (MO)
Il piccolo oratorio edificato nel 1745 in via Garzolè per volere del Conte Pietro Giovannetti e chiamato “S. Maria della neve” per via della tradizione che narra di un’insolita nevicata avvenuta in un mese di agosto, presenta oggi una struttura ancora integra completa del suo campanile a vela.
Si noti la facciata rivolta a nord sovrastata da un timpano su cui è collocato il tetto a due acque.
Internamente sono conservati i banchi un confessionale identico a quello sito all’interno dell’Oratorio Melega.
Alle pareti e al soffitto si possono ancora ammirare dipinti di angeli e decorazioni a tema floreale.
Sul piano architettonico lo stile sobrio dell’oratorio rientra nel suo secolo.
BIBLIOGRAFIA :
G.M Sperandini, Maestà e oratori nel territorio Comunale di Castelfranco Emilia, Nonantola, 1996
Il contenuto non ha commenti
Chiesa San Giacomo di Castelfranco Emilia
Via Tarozzi angolo Corso Martiri - 41013 Castelfranco Emilia (MO)
Collocata a sud della V. Emilia, tra le vie Zanasi e Tarozzi, la chiesa di S. Giacomo costituiva nell’antichità, la seconda parrocchia di Castelfranco.
Non è certa la data di costruzione, anche se pare esistente già dalla fondazione del Borgo Franco, certa invece è la dipendenza della Chiesa di S. Giacomo dalla Chiesa di S. Maria.
Già alla fine del ‘200 Castelfranco risultava diviso in due parrocchie (S.Maria a nord della via Emilia e S. Giacomo a sud), ognuna delle quali con un proprio cimitero. Solo nel 1923 il Cardinale di Bologna decise di riunire S. Maria e S. Giacomo in una sola parrocchia, quella di S. Maria.
La chiesa di S.Giacomo è stata ingrandita e restaurata più volte ; da ricordare l’importante intervento di restauro della facciata del 1910 a spese di Monsignor Vincenzo Tarozzi. Nel secondo dopoguerra, poi, a causa di notevoli restauri, la chiesa restò chiusa fino al 1971.
In essa è conservato un organo di grande valore (fabbricato nel 1743 da Domenico Traeri e restaurato nel 1987) che rende la chiesa, unitamente alla notevole acustica dei locali, un locale adatto a concerti musicali.
Composta da una sola navata la chiesa offre, tra le opere collocate sugli altari laterali, la Statua di S. Nicola dello scultore Scandellari e il dipinto raffigurante la Beata Vergine della pittrice Sirani.
Il campanile di stile romanico, a pianta quadrata, conserva inalterata la struttura originale.
BIBLIOGRAFIA :
A. Fabbri, La chiesa di S.Giacomo maggiore, Castelfranco E. 1980
AA.VV., La storia di Castelfranco attraverso le sue vie e i suoi monumenti, Bologna 1999
Il contenuto non ha commenti
Chiesa San Pietro di Riolo
Via Savioli 12 - 41013 Castelfranco Emilia (MO)
Il Tiraboschi, nella Storia della Badia di Nonantola, parte II, cap 1 scrive che nei luoghi in cui si estende la Parrocchia di Riolo (il nome deriverebbe da un fiume chiamato Riolum) si trovava un castello (Corte) sottoposto all’Abbazia di Nonantola.
La Chiesa di Riolo, da semplice Cappella quale era nel 1039, salì presto al grado di Parrocchia. Da un libello del XIII sec risulta che i monaci nonantolani pretendevano, pare senza esito postivo, il patronato della Chiesa di Riolo e di altre del distretto Persicetano.
Nell’elenco delle Chiese Bolognesi del 1378 Riolo è segnato come Parrocchia soggiacente al Plebanato di San Giovanni in Persicelo dal quale fu tolto dopo il 1578 dal Cardinale Arcivescovo Paleotti che lo sottomise a Santa Maria di Castelfranco.
Sembra che un tempo ne avessero il patronato i marchesi Beccadelli ma da quanto mostrano gli archivi Arcivescovili del 1428 spettava per metà a Galeazzo Marescotti detto Calvi e per l’altra i parrocchiani. Il 9 ottobre 1797 i fratelli Monsignor Galeazzo e Bernardino, Ercole e Francesco Marescotti rinunciarono alla loro parte donata alla Mensa Arcivescovili quindi passata per intero ai parrocchiani.
La Chiesa ha ora tre altari, il maggiore dedicato a S. Pietro Apostolo il cui quadro è di autore ignoto. All’interno dell’edificio degno di nota sono una statua della B. V. del Rosario intagliata in legno duro ed un Crocefisso lavorato in stucco. L’organo è stato realizzato dal Traci, la Via Crucis composta da incisioni e cornici dorate fu donata nel 1846 dal parroco Benazzi, a cui si deve anche un intervento di restauro dello stesso edificio. Antichissimo il Battistero.
Nel 1770 il parroco Giacomo Corolupi rifece la canonica a sembianze di casino. Nelle vicinanze si trovano il palazzo del Marchese Beccatelli e l’annesso Oratorio della B. V. della Misericordia. A mezzodì della Chiesa troviamoli Mulino de’ Bacchi ed a settentrione un antico Casino, già dei Gesuiti e del Marchese Gnudi
Rambelli 1849, 48: G. F. Rambelli, S. Pietro di Riolo, in Le chiese parrocchiali della diocesi di Bologna, III, Bologna 1849 (in rist, anast. del 1976)
tel.: 059.93.71.11
Il contenuto non ha commenti
Chiesa San Maurizio di Recovato
Via F. Baracca n. 1 - 41013 Castelfranco Emilia (MO)
Orario: giorni festivi 17,30
Per quanto riguarda l’etimologia della denominazione di questa chiesa è opinione diffusa che essa sia derivata dal Console Irzio che combattè contro Antonio Stazio presso Modena. Gli storici romani scrivono che il Censore Torquato aveva fatto in queste zone dei triceramenti per raccogliervi i feriti. E’ assai probabile quindi che dal nome del console, tradizione in seguito alterata dal censore, si appellasse il luogo. Nelle antiche memorie si trova indicato con Hirquato, po Jrquato e Yrquato quindi Arquato. L’attuale denominazione fu stabilita da un sinodo Nonantolano tenutosi nel 1688 dal card. De Angelis, allora abate. Per quanto riguarda la primaria erezione della Chiesa non sono giunte notizie ma si sa che anticamente esisteva nelle Diocesi di Modena e solamente nel 1568 passò a quella di Nonantola.. Un libro dei Battezzati in questo fonte battesimale data 1576. Fino all’11 dicembre 1821 appartenne a Nonantola non solo per giurisdizione ecclesiastica ma anche per diritto di nominare il parroco; durante l’anno citato venne assoggettata da Pio VII alla Diocesi Bolognese e di conseguenza divenne di libera nomina della mensa arcivescovile (affiliata così a quella di Panzano) .
Furono eseguiti a varie riprese parziali restauri fino a quando nel 1747 Carlo Piccioli fece erigere a sue spese l’ara principale e il tabernacolo con due chiavi (una in argento, l’altra in ferro). Nel 1756 un certo Carlo di cui si ignora il cognome donò denaro sufficiente per la costruzione della Cappella del Rosario. Il più importante intervento si deve al parroco Don Antonio Soli che nel 1763 edificò l’intera volta. Egli collocò un iscrizione commemorativa nel pilastro che sostiene l’arco della Cappella Maggiore:
D. O. M.
AEDEM HAEC SACRA
VETUSTATE FATISCENTEM
ALEXANDRI DIC. CARD. ALBANI
S. R. E. BIBLIOTECARI
PERPETUIQUE ABBATIAE NONAN. COMM.
LARGITATE
AC REPETITIS PIORUM FIDELIUM
ET PRAESERTIM
CAROLI PICCIOLI
ELEMONSINIS
S. S. MAUTITII ET SOC. M. M. MEMORIAE
DOMINICUS ANTONIUS SOLI RECTOR
PROPRIO ETIAM AERE CONLATO
RESTITUEBAT A. A. AE. V. MDCCLXIV.
L’interno della chiesa è a volta sostenuta da cinque arcate; la cappella Maggiore si presenta bassa in proporzione al corpo dell’edificio, si conclude in un coro semicircolare dove è posta la tela raffigurante San Maurizio. Il dipinto venne donato dal Conte Lucio Bardi nel 1741. Due cappelle laterali formano il rimanente corpo della Chiesa. Una è intitolata alla B. V. del Rosario rappresentata da una piccola statua entro nicchia chiusa da una saracinesca in cui sono raffigurati la B. V., S. Donino, S. Chiara. Vi è anche un'altra statua di S. Filomena donata dal modenese Alfonso Monesi.
La seconda cappella è dedicata alla B. V. del Carmine anch’essa rappresentata da statua entro nicchia. Nelle pareti laterali delle cappelle compaiono dipinti ad olio con S. Antonio da Padova, Antonio Abate, S. Lucia, S. Chiara, S. Agata ed i Ss Giuseppe, Gaetano e Domenico. Altri quattro dipinti raffigurano gli Evangelisti. Una nicchia conserva un braccio di S. Maurizio.
Sopra la porta d’ingresso si conserva nella cantoria un piccolo organo del bolognese Guarmandi.
Aureli 1849, 48: L. Aureli, Chiesa Santi Maurizio e Lazzaro, in Le chiese parrocchiali della Diocesi di Bologna, III, Bologna 1849 (in rist. anast. del 1976)
tel.: 059.92.67.07
Il contenuto non ha commenti
Chiesa Santa Maria della Neve di Rastellino
Via E. Toti 31 - 41013 Castelfranco Emilia (MO)
Orario: giorni prefestivi 18,30
La chiesa di S. Maria situata in località Rastellino venne edificata nel 1884, all’incirca nei pressi dell’antico castrum medioevale (Rastellioro), oggi individuabile dai resti di motta sul territorio vicino alla chiesa e al cimitero e dalla cartografia antica.
Essa rappresenta un buon esempio di architettura neoclassica minore. Da un punto di vista ambientale la chiesa, il campanile e la canonica costituiscono un gruppo di edifici che ben è inserito nell’ambiente circostante. Di notevole interesse artistico e archeologico è il capitello romano in marmo, di pregevole fattura, usato all’interno come fonte battesimale.
BIBLIOGRAFIA :
Scheda SBAAE
F.G.Rambelli, S.Maria della Neve di Rastellino, in Le chiese parrocchiali della diocesi di Bologna, II, Bologna 1847
tel.: 059.93.71.11
Il contenuto non ha commenti
Chiesa San Giacomo di Piumazzo
Via dei Mille angolo Via C.Marx - 41013 Castelfranco Emilia (MO)
Orario: giorni feriali 8,45, giorni prefestivi 18,00 orario solare – 19,00 orario legale, giorni festivi 9,30 e 11,00
La chiesa risale, nella sua forma attuale, ai primi anni di questo secolo: la costruzione avvenne in pochi anni dopo aver demolito la chiesa precedente, di impianto romanico, che sorgeva con disposizione leggermente diversa.
Sembra che la vecchia chiesa esistesse già nel 1213, cioè al tempo della fondazione di Castrum Plumacium, ma è documentata con certezza solo dal 1233 e risultava annessa ad un ospitale. La prima immagine della chiesa si trova invece in un disegno del 1578 del Gozzadini.
Verso la fine del ‘700 il complesso subisce l’influenza dello stile tardo barocco.
La chiesa attuale è di stile neo romanico con la presenza di elementi stilistici gotici e pure bizantini che si possono apprezzare soprattutto guardando il retro della chiesa.
La pianta di S.Giacomo è a croce latina con abside profonda, mentre il campanile a pianta quadrata è esempio di architettura del XVIII secolo.
Ambedue gli immobili conservano memorie del complesso originario del XIII secolo.
Nella facciata principale della chiesa, sulla sinistra, è incassata un’epigrafe latina di epoca romana imperiale.
BIBLIOGRAFIA :
Scheda SBAAE
G.Santunione, S.Giacomo a Piumazzo, un culto millenario, sl, 1990
tel.: 059.93.12.08
Il contenuto non ha commenti
Chiesa Santi Filippo e Giacomo di Panzano
Via Nino Bixio 36 - 41013 Castelfranco Emilia (MO)
Orario: giorni festivi 11,15
La chiesa di S. Filippo e S. Giacomo è situata nel centro storico della località Panzano, in posizione adiacente al Castello Malvasia.
La chiesa attuale è stata edificata nel 1880 sui resti di precedenti luoghi di culto quali: l’antica chiesa romanica, citata per la prima volta in un documento di Ottone I nel 962, e la chiesa del 1787, demolita e quindi riedificata appunto nel 1880. All’interno, sull’altare maggiore, si nota il dipinto raffigurante San Filippo e San Giacomo del pittore Pietro Minghelli. Inoltre vi sono anche tele dei pittori Soli e Malatesta.
Nel piano di fondazione della canonica e nell’area adiacente la chiesa, come risulta da alcuni documenti noti, si trovano ancora i resti dall’antica chiesa del 1000.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:
A.Capelli, Il Castello di Panzano. Vicende storiche e architettura, Modena 1986, p. 21.
Le Case, le Pietre, le Storie. Itinerari nei comuni della provincia di Modena, Bologna 1993, p. 101.
tel.: 059.92.67.07
Il contenuto non ha commenti
Chiesa Santa Maria Assunta di Castelfranco Emilia
Piazza Garibaldi 49 - 41013 Castelfranco Emilia (MO)
Canonica: Via Crespellani 7 - 41013 Castelfranco Emilia (MO)
Orario: giorni feriali 8,30 e 18,30, giorni prefestivi 18,30, giorni festivi 8,00 – 9,30 -10,30 – 11,30 e 18,30
La più antica chiesa di Castelfranco è Santa Maria: il primo impianto sembra essere stato costruito insieme al castello, presumibilmente tra il 1226 e il 1232 e probabilmente aveva la stessa collocazione dell’attuale chiesa. Era assoggettata a S.Giovanni in Persiceto, al cui arciprete spettò la nomina di parroco della chiesa di Santa Maria. Solo nel 1578 la chiesa fu elevata al grado di arcipretura e di vicariato con giurisdizione su varie parrocchie (S. Giacomo di Castelfranco, S. Giacomo di Piumazzo, S. Bartolomeo di Manzolino, S. Prospero di Riolo, S. Nicolò di Calcara).
All’inizio del 1600 l’edificio venne ampliato e completato dal campanile e nel 1625 l’arciprete Don Masini commissionò al Guido Reni un dipinto raffigurante l’Assunta collocato poi nell’abside sopra l’altare maggiore.
La chiesa ha subito, nel corso degli anni alcuni grossi interventi di restauro : nel 1704, la chiesa che era strutturata in un’unica navata assunse la struttura in tre navate ; alla fine del 1800, nella parte verso la via Emilia fu sacrificato un portico per consentirne un ampliamento ; nel 1914 il restauro della facciata, secondo il progetto dell’architetto Collamarini di Bologna ; nel 1921, il restauro del Campanile ; nel 1924 , il rifacimento del pavimento.
Molte sono le opere di notevole pregio che si possono ammirare all’interno della chiesa oltre al citato dipinto del Reni : la statua dedicata al protettore della città di Castelfranco E., San Donnino ; la piccola statua di S.Anna creata dallo scultore Molli e collocata su una mensola in fondo alla navata sinistra; il dipinto raffigurante S.Barbara donata dai Bombardieri del Forte Urbano nel 1695 ed attribuita al Guercino; un’opera del pittore Angelo Gessi detto il Nobile, della prima metà del 1600 che ritrae un bambino con angelo custode ; un quadro di Prospero Fontana del XVI secolo collocato sulla porta di ingresso della sagrestia raffigurante la Beata Vergine attorniata da S.Elena, dall’Imperatore Costantino ancora bambino, da S. Pietro, S. Francesco e S. Donnino.
BIBLIOGRAFIA :
Scheda SBAAE
AA. VV., La Parrocchia si S. Maria Assunta, Modena 1987
L’ ASSUNTA DI GUIDO RENI
L’Assunta venne commissionata a Reni nel 1627 dall’Arciprete Cristoforo Masini. Stupisce pensare che, nonostante in quegli anni fosse già celebrato come l’erede più autorevole della scuola bolognese, Guido si dedicasse all’esecuzione di una tela per un piccolo edificio religioso confinato all’estrema periferia dello Stato Pontificio, anche se sede di Vicariato, quale era la chiesa di S. Maria Assunta. Il maestro nutriva particolare devozione per il culto della Madonna ed era fortemente impegnato nello studio del tema iconografico della Vergine Immacolata, strettamente legato a quello dell’Assunzione che aveva dato origine a dispute teologiche dopo il Concilio di Trento durante il quale si sancì il principio dell‘Immacolata Concezione ottenuta grazie a un privilegio Divino e la conseguente Assunzione in anima e corpo . Già dalla fine del XV sec. l’Iconografia dell’Assunta presentava strette analogie con quella dell’Immacolata Concezione; dove però non presentava implicazioni d’ordine teologico(si dibatteva anche sull’ età della Vergine e sulla presenza o meno degli Apostoli)si rappresentava la Madonna nel momento in cui ascende al cielo, lasciando vuoto il sepolcro della Vergine. Inoltre Maria veniva contrapposta alla figura di Eva macchiata del peccato originale: Reni sceglie di ritrarre la Vergine già in cielo in una dimensione trascendente, attraverso un’immagine che ne comunicasse l’idea di perfezione spirituale in un abito di perfezione formale. Tale processo di astrazione ideologica e morale trova nel classicismo del pittore e nelle sue convinzioni il massimo interprete. L’Assunta appare come un punto di confluenza tra arcaicità e modernità, al di fuori di ogni riferimento spaziale e temporale. A tale livello di elaborazione era giunto gradualmente a partire dalle due invenzioni giovanili del Martirio di Santa Cecilia e dell’Incoronazione dei Santi Cecilia e Valeriano attingendo da un lato alla semplicità delle immagini paleocristiane in sintonia con l’archeologia sacra e l’erudizione cristiana di Baronio e dall’altro al recupero della Santa Cecilia di Raffaello. Ciò che rende sempre diversa la valenza semantica delle figure mistiche del Reni è l’intuito volto alla ricerca di un equilibrio tra ambientazione, gestualità e colore in sottile contrapposizione. In questo caso inserisce in uno spazio trascendente simbolico ed allusivo la pienezza fisica della Vergine nella sua ideale bellezza formale. Il fondo illuminato a raggiera ricorda la Donna dell’Apocalisse ma anche lo spazio infinito dei fondi oro in cui s’innesta l’arcaico simbolismo della mandorla di nubi e cherubini, la cui consistenza sfuma dal basso verso l’alto. Questi accorgimenti suggeriscono una visione scorciata della figura accentuandone il senso ascensionale e nel contempo permettono al pittore di raffigurare la piattaforma di Angioletti. Si instaura una serie circolare di rimandi tra la dimensione astratta del fondale e la solida concretezza della Vergine: questa operazione di sintesi non è fine a se stessa ma risponde alle elaborazioni dottrinali della Chiesa impegnata a riaffermare i principi del Concilio ma anche il portato della sua storia . Di conseguenza attraverso la rete di rinvii, tessuta tra presente e passato, tra simbolismo e rappresentazione del naturale, riesce a fondere le due Verità, quella storica e quella dottrinale, in una sola di valenza assoluta, la Verità proposta dalla Chiesa.
Castelfranco Emilia 1987: G. Ghermandi, Guido Reni e l’Assunta di Castelfranco in Castelfranco dell’Emilia Romagna, in L’Emilia Romagna, paese per paese, Firenze 1987
La pala “SANTA BARBARA”
La pala che ornò dal 1633 al 1841 la Cappella che la Confraternita dei Bombardieri della Fortezza Urbana possedeva in Santa Maria fu ed è pacificamente riconosciuta dagli storici per quella dipinta dal pittore bolognese Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino. Questa paternità, però, è contestata dai critici d'arte, che, sulla base di raffronti stilistici con opere di altri pittori, propongono altre attribuzioni, come ad esempio quella a Francesco Monti.
Comprensibile la prima attribuzione dei critici al Guercino per i valori del chiaroscuro, per le linee e per le figure scorciate della grande "invenzione " barocca. L'impianto della composizione è grandioso e solenne, tutto articolato in ritmi ascendenti. La stessa colorazione calda e pacata dei primi piani, si stempera verso l'alto dove le nubi trascolorano e l'angioletto, con la palma del martirio, scende illuminato da una luce sbiancata, lunare.
tel.: 059.92.62.26
Il contenuto non ha commenti