Manifesto delle Parole Non Ostili - Comune di Castelfranco Emilia

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Manifesto delle Parole Non Ostili

 

Con una delibera di Giunta approvata nei giorni scorsi, il Comune di Castelfranco Emilia ha aderito al Manifesto delle Parole Non Ostili, dando così seguito all’indicazione ricevuta dal Consiglio Comunale che ha approvato all’unanimità una mozione discussa nello scorso luglio. Si tratta di un importante progetto sociale, ideato e realizzato dall’Associazione Parole Ostili di Trieste, tutto incentrato sui princìpi cardine della buona comunicazione, sensata e ragionata, finalizzato alla sensibilizzazione contro la violenza nelle parole. Una bella iniziativa che costituisce quindi un'occasione per ridefinire lo stile con cui si sta sul web e per responsabilizzare gli utenti a scegliere con cura le parole, partendo dal presupposto che (soprattutto) i social network, pur essendo luoghi virtuali, non sono un porto franco, ma il centro in cui si incontrano persone reali.

Ormai quotidianamente, pressoché ovunque, si leggono sui social interventi, commenti che ahinoi troppo spesso sfondano abbondantemente le barriere della decenza e del ridicolo fino ad arrivare a diffondere violenza e odio di varia natura – ha commentato l’Assessore alla Comunicazione del Comune di Castelfranco Emilia Leonardo Pastorepertanto abbiamo deciso di aderire subito a questo Manifesto, per dare ancora una volta ulteriore slancio all’attenzione che poniamo sempre, senza soluzione di continuità, anche sul fronte della comunicazione. Da tempo abbiamo adottato delle policy precise e rigorose, in primis proprio per i social network: è sacrosanto che ogni persona possa esprimere sempre la propria opinione, l’ideale sarebbe senza decontestualizzazioni, ma questo non deve mai, mai, e ribadisco mai sfociare nell’insulto a chicchessia. La frenesia “imposta” dai social network, unita alla smania, legittima, di dire la propria, un po’ su tutto, genera continue polemiche e battibecchi che spesso sfociano in vere e proprie risse virtuali. Il nostro obiettivo è tornare, velocemente, almeno sui nostri canali istituzionali, a un punto di equilibrio, dove buonsenso, raziocinio e rispetto siano preponderanti, su tutto. Il nostro intento – ha concluso - è quindi quello di invitare tutti a prendersi un po’ di tempo in più per riflettere prima di intervenire o commentare, ricordando sempre che ciò che a noi sembra virtuale, è reale: dietro a un nome, a un profilo, a un ruolo, ci sono persone in carne e ossa, e le parole, se non calibrate, possono pesare come macigni, così come la responsabilità che ci assumiamo, anche penale e civile, quando diciamo la nostra pubblicamente nelle cosiddette piazze virtuali”.

Questi dunque i dieci princìpi che compongono il Manifesto:

1) Virtuale è reale. Dico e scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona

2) Si è ciò che si comunica. Le parole che scelgo raccontano la persona che sono: mi rappresentano

3) Le parole danno forma al pensiero. Mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio quel che penso

4) Prima di parlare bisogna ascoltare. Nessuno ha sempre ragione, neanche io. Ascolto con onestà e apertura

5) Le parole sono un ponte. Scelgo le parole per comprendere, farmi capire, avvicinarmi agli altri

6) Le parole hanno conseguenze. So che ogni mia parola può avere conseguenze, piccole o grandi

7) Condividere è una responsabilità. Condivido testi e immagini solo dopo averli letti, valutati, compresi

8) Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare. Non trasformo chi sostiene opinioni che non condivido in un nemico da annientare

9) Gli insulti non sono argomenti. Non accetto insulti e aggressività, nemmeno a favore della mia tesi

10) Anche il silenzio comunica. Quando la scelta migliore è tacere, taccio.

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