Il Cimitero Monumentale di Castelfranco Emilia
Secondo l’editto di Saint-Cloud del 1804 (recepito nel 1806 dalle repubbliche napoleoniche italiane), coloro che venivano a mancare dovevano essere seppelliti fuori dall’abitato in luoghi di proprietà comunale sotto lapidi tutte uguali, senza alcuna decorazione altisonante.
A Castelfranco, a quell'epoca, erano presenti due parrocchie: quella di San Giacomo a sud della Via Emilia e quella di Santa Maria a nord, ognuna con un suo cimitero. Il cimitero di San Giacomo sorgeva in corrispondenza di Via Tarozzi, detta anche Via del Cimitero (all’incrocio con la Via Emilia c’è una colonna in pietra a ricordarlo), quello della parrocchia di Santa Maria si trovava invece nella odierna Piazza Garibaldi .
In funzione dell’editto, il Comune nel 1806 acquistò il terreno su cui sorgeva il cimitero di Santa Maria, che ampliò, e chiuse quello di San Giacomo. Ma poiché la zona non era fuori dall’abitato, in seguito si dovette costruire un nuovo camposanto, inaugurato nel 1844, progettato dagli ingegneri Monteguti e Brunetti. Si tratta del Cimitero "Napoleonico", 3000 mq in stile neoclassico, lo stile dell’epoca (nelle immagini si possono vedere le colonne corinzie e il timpano da tempio greco), portati a 7000 mq con due ampliamenti successivi nel 1881 e 1900. Nel 1958 venne costruito il mausoleo per dare degna sepoltura ai Martiri partigiani e ai Caduti in guerra nel periodo 1943-45.
Nel Cimitero si trovano opere funerarie di rilievo dell’artista castelfranchese Angelo Tavoni: un Crocifisso a grandezza naturale in cemento, una "Pietà", lapide di una tomba privata, un "Cristo risorto" presso una cappella privata e un bassorilievo in bronzo. Inoltre, sono presenti due altorilievi di Silverio Montaguti, scultore liberty castelfranchese sepolto nel cimitero stesso, autore anche degli angeli posti sul fronte della Chiesa di Santa Maria e del fante del monumento ai Caduti dei giardini pubblici.
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