Storia di Lea Garofalo
Lea Garofalo (Petilia Policastro , Crotone 24 aprile 1974 - Milano, 24 novembre 2009) |
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Testimone di Giustizia , vittima di mafia Lea Garofalo si ribellò alla cultura di mafia e scelse la via della legalità, pagando con la vita. Cresciuta in un ambiente dominato da uno scenario di ingiustizia, morte, vendetta, in cui la strada pareva definitivamente tracciata, Lea si ribellò, rifiutando di accettare la regola del silenzio omertoso. Divenne Testimone di Giustizia, decidendo di riferire all’Autorità Giudiziaria quanto aveva appreso e conosciuto sui collegamenti tra le famiglie malavitose appartenenti alla ‘ndrangheta che, trasferitesi a Milano, comandavano il territorio di Petilia Policastro attraverso il controllo del mercato della droga , condizionando l’economia e lo sviluppo sociale e civile. Entrò nel sistema di protezione per i collaboratori di giustizia, con tutti i drammi e i disagi che ne derivarono. Costantemente in pericolo, si spostò, insieme alla figlia Denise, in diverse città italiane. Affrontò la solitudine, la paura e la difficoltà economica, lottò perché la figlia potesse studiare e costruirsi un progetto di vita. Nel novembre del 2009, fu sequestrata e uccisa dalla famiglia del compagno e padre di Denise. La Comunità di Castelfranco Emilia intitola a Lea Garofalo la propria Biblioteca, cuore della Città, dove la cultura è propagata e diffusa. La mano degli assassini cercò di fare scomparire ogni traccia di Lea: la nostra Città vuole restituirle un indelebile corpo di Memoria e Onore, per proclamare la propria scelta di Legalità e Giustizia, anche attraverso la diffusione della cultura. La Città di Castelfranco Emilia, insieme a Lea Garofalo, rende omaggio a tutte le vittime di mafia che hanno pagato con la vita la propria scelta di giustizia, idealmente unite ai padri ed alle madri vittime della Resistenza vissuti e morti per la Libertà di questo paese.
Bibliografia
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